Ogni organo ha il suo orologio

Fino a qualche anno fa gli scienziati pensavano che ogni organismo vivente avesse un unico orologio che controllava l’intero corpo e che questo risiedesse nel cervello.

Il ricercatore Jeff Plautz prese alcuni moscerini della frutta e fuse il loro Per gene con una sostanza fluorescente. Questi moscerini fluorescevano di verde e si spegnevano con un ritmo di 24 ore anche se messi in una stanza completamente buia. U

n giorno Plautz mentre puliva il laboratorio inavvertitamente fece a pezzetti alcuni moscerini che, quando vengono frammentati, mantengono comunque vivi gli organi individuali per alcuni giorni. Poi partì per una vacanza e tornò dopo una settimana. Al rientro in laboratorio questi frammenti pur separati dalla testa ancora fluorescevano con un ritmo di 24 ore esattamente come fa il moscerino intero. Questo esperimento provò che ogni organo ha il suo proprio orologio e che questi orologi per funzionare non necessitano di istruzioni da parte del cervello.
In ogni organo migliaia di geni si accendono e si spengono in tempi differenti secondo uno schema sincronizzato.

Ogni gene nel nostro genoma ha un ciclo circadiano. Comunque essi non ciclizzano allo stesso tempo o nello stesso momento e alcuni lo fanno solo in un organo.

Avere una conoscenza dettagliata dell’azione dei geni e della loro temporizzazione ci ha dato una chiara comprensione di come il ritmo circadiano ottimizza le funzioni cellulari.