Quello che forse ancora non sai è che oggi non sei nient’altro che il risultato delle abitudini che hai adottato negli ultimi cinque anni.

Ti suonerà forse strano ma cosa, quanto e quando mangi, come curi la tua mente e il tuo corpo, quanto tempo dedichi alla tua crescita personale, l’igiene del sonno, il rapporto con i tuoi familiari, amici, conoscenti, il modo in cui gestisci le tue finanze e molte altre abitudini che adotti in maniera automatica e inconsapevole determinano chi sei.

Allo stesso modo quindi, tra cinque anni non sarai nient’altro che il risultato delle abitudini che da oggi deciderai di adottare.

Dire voglio cambiare non basta.

Creare, e ancor più mantenere nuove abitudini di vita, è una sfida difficile da vincere, se non si è bene attrezzati.

Se iniziare può essere cosa facile, mantenere ferma un’abitudine un’abitudine è molto più difficile.

Oggi sappiamo che il cambiamento sostenibile nel tempo non passa tanto attraverso la ricerca della motivazione – elemento utile, ma dai più sopravvalutato – bensì dall’acquisizione di abitudini che ci portano passo dopo passo verso la realizzazione di ciò che desideriamo essere.

Infatti quando siamo motivati ci sembra di poter produrre quel cambiamento tanto desiderato in tempo breve; tuttavia, ben presto, la magica spinta motivazionale ci abbandona e ci troviamo a combattere contro le abitudini di sempre.

Per evitare dunque di rimanere intrappolati nei meccanismi di sempre che il più delle volte ci fanno stare male e ci allontanano da quelli che sono i nostri più nobili obiettivi dobbiamo armarci “studiando” la scienza delle abitudini.

Solo se lavoriamo su alcuni fattori che agevolano il cambiamento e affinando la nostra disciplina mentale nel ripetere ogni giorno le piccole azioni che vogliamo rinforzare, entreremo in contatto con l’ “automotivazione”, ovvero quella motivazione che si genera spontaneamente, senza bisogno di una spinta esterna.

Quest’ultima, definita dagli psicologi “motivazione intrinseca”, si differenzia dalla motivazione estrinseca, quella che viene dall’esterno, in quanto ha una componente legata all’autodisciplina e si appoggia sulle abitudini.

Ma cosa rende l’automotivazione un mezzo così prezioso?

Il fatto che ha molto a che vedere con l’«intenzionalità».

Il termine denota infatti un atteggiamento mentale focalizzato sul piacere dellimpegno a tal punto da svincolare la motivazione dal contenuto dell’attività stessa. L’intenzionalità in sostanza ti permette di appassionarti ad attività apparentemente noiose, raggiungendo mete lontane nel futuro ed estremamente complesse. Per chi è privo di intenzionalità, invece, il contenuto diventa spesso un alibi: quell’attività è noiosa e mi demotiva.

Solo l’automotivazione è capace di durare a lungo, superare gli ostacoli e produrre un piacere legato all’attività stessa tale da rendere possibile un cambiamento sostenibile nel tempo.

 

Bibliografia:

 

Luca Mazzucchelli, “Fattore 1%. Piccole abitudini per grandi risultati”, Giunti, (2019)

Pietro Trabucchi, “Opus. Per raggiungere uno scopo la nostra risorsa più grande è l’automotivazione”, Corbaccio (2018)