Un vecchio consiglio suggeriva che per migliorare la salute occorreva mangiare molti piccoli pasti nutrienti distribuiti durante tutto il giorno, peccato però che questo regime alimentare era stato ideato per due gruppi della popolazione: le persone con prediabete (fare piccoli pasti gli consentiva di ridurre il picco di zucchero in modo che piccole quantità di insulina potessero gestire la glicemia), e gli atleti che credevano che mangiare pasti piccoli e frequenti fosse una buona strategia per mantenere il corpo in una modalità anabolica, in modo da poter costruire più muscoli.

In realtà, i risultati del mangiare in questo modo sono eterogenei e non sembra essere raccomandato, come abitudine per tutta la vita, per nessuna tipologia di persona,indipendentemente dal livello di attività fisica svolto.

Esiste però un metodo decisamente migliore e più in linea con i nostri ritmi biologici o circadiani.

Sto parlando del DIGIUNO INTERMITTENTE o TRE.

Come suggerito dal nome stesso, il digiuno intermittente è un approccio nutrizionale che alterna dei periodi in cui si mangia a dei periodi in cui si fa digiuno. Non si tratta quindi di una vera e propria dieta, ma di un programma alimentare che più che suggerirti cosa mangiare, ti dice quando mangiare.

Secondo questo approccio QUANDO mangiare è più importante di COSA e di QUANTO

Il digiuno intermittente va oltre il semplice restringimento calorico. Il più ovvio effetto del TRE è il fatto che riduce le possibilità di mangiare. Semplicemente controllando i pasti, inizialmente in un intervallo di 12 ore, viene naturalmente ridotto l’apporto calorico.

Dopo cena, senza rendercene conto, vengono fatte molte scelte di cibo davvero pessime, in particolare a favore di spuntini ad alto contenuto di grassi e di zucchero oltre a bevande alcoliche.

Se viene adottato un programma in cui l’ultimo pasto avviene intorno alle 18:00 o alle 19:00, ci sono buone probabilità di ridurre il consumo di alcol e di tutto il cibo che lo accompagna a tarda notte.

In questo modo il corpo viene automaticamente programmato per un processo digestivo migliore e più circadiano e in definitiva dormirai meglio e ciò ridurrà ulteriormente la voglia di cibo.

Inoltre se ti svegli riposato è più probabile che farai movimento così il cervello riceverà ulteriori segnali per ridurre la fame.

Il T.R.E. influenza positivamente la tua capacità di fare buone scelte alimentari, che alla fine porterà a selezionare cibi ricchi di nutrienti rispetto a quelli densi di calorie. Se si mantiene un TRE di 12 ore o meno, è possibile che i cibi abbiano un sapore migliore. Potresti pensare che ciò sia dovuto alla tua fame, che può essere parzialmente vero, ma in realtà le tue papille gustative e il tuo olfatto ora sono più sensibili. Questo ha un effetto interessante sulla scelta del cibo. Lentamente, dopo diverse settimane di T.R.E., molte persone riferiscono che i cibi densi di calorie con tanti zuccheri aggiunti e privi di sapori naturali hanno un gusto troppo dolce e non ne sono più così attratti.

Avere un periodo temporalmente ristretto in cui ci si nutre, fa ravvivare inoltre la produzione ormonale e la riporta alla sua naturale sincronia.

Bibliografia:

1. A. K. Kant and B. I. Graubard, “40-Year Trends in Meal and Snack Eating Behaviors of American Adults,” Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics 115, no. 1 (2015): 50–63.