Quasi ogni cellula contiene un orologio programmato ad accendere o spegnere migliaia di geni a differenti momenti del giorno e della notte. Se questo orologio viene in qualche modo danneggiato diventiamo sensibili a tutti i tipi di infezioni e di malattie.

Il campo di studio del ritmo circadiano (il ritmo giornaliero con cui il nostro corpo scandisce le sue funzioni biologiche) ha avuto un notevole sviluppo dopo i tre premi Nobel per la fisiologia e la medicina assegnati nel 2017.

Nella retina c’è un sensore alla luce blu che manda al cervello i segnali di quando è giorno e quando è notte. Questa osservazione ha consentito di stabilire quanta luce è necessaria per influenzare il sensore della luce a far andare avanti o indietro l’orologio.

È diventato chiaro che un orologio malfunzionante è la madre di tutte le malattie e di converso in molte malattie croniche l’orologio è malfunzionante. Nel 2009 le aree di ricerca sulla luce e quella sul tempo si sono unite.

Ed è stato realizzato un semplice esperimento in cui alcuni topi sono stati tenuti in uno specifico ciclo luce-buio. I topi sono animali notturni e quindi mangiano di notte. Ma nell’ esperimento è stato dato loro il cibo durante il giorno e poi ci si è messi ad osservare cosa accadeva nei loro orologi interni. Sorprendentemente si è trovato che quasi ogni gene che nel fegato si accendeva e si spegneva in un periodo di 24 ore, ignorava completamente il segnale della luce e invece era sincronizzato con il cibarsi. Pertanto si è appreso da questo esperimento che il ciclo circadiano del mangiare e del digiunare guida quasi ogni ritmo nel fegato.Invece di pensare che tutte le informazioni sul trascorrere delle ore provengano dal mondo esterno attraverso il sensore alla luce blu dell’occhio, si è compreso che proprio come la prima luce del mattino resetta il nostro orologio cerebrale, allo stesso modo il primo pasto del giorno, anche molto piccolo o anche semplicemente un morso oppure un sorso, resetta gli orologi di tutti gli altri organi.

Nel 2012 si è voluto verificare se le malattie erano non solo collegate alla dieta ma anche al danneggiamento del codice circadiano. Migliaia di ricerche hanno dimostrato che quando i topi sono lasciati liberi di accedere a piacimento a cibi grassi e zuccherini diventano obesi e diabetici in poche settimane.

Successivamente venne comparato un gruppo di topi che avevano libero accesso a questa dieta con un secondo gruppo che dovevano mangiare tutto il loro cibo in un periodo tra le 8 e le 12 ore.

I topi pur mangiando lo stesso numero di calorie provenienti dallo stesso tipo di cibo ma entro 12 ore o anche meno ogni giorno, erano completamente protetti dall’obesità, dal diabete, e dalle patologie del fegato e del cuore. Ancora più sorprendente quando veniva dato questo tipo di alimentazione a topi malati, si potevano far regredire loro le patologie senza farmaci.

Fino a quel momento la visione convenzionale era che a determinare la nostra salute fosse cosa mangiassimo e quanto
mangiassimo. Ma lentamente osservazioni simili cominciarono a provenire da molti laboratori intorno al mondo includendo anche studi sugli uomini. Oggi sappiamo che assieme a cosa e a quanto mangiamo è estremamente importante anche quando mangiamo.

Si ritiene infatti che la maggior parte delle malattie che ci affliggono da adulti possano essere ricondotte al danneggiamento del ciclo circadiano.